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sabato 16 aprile 2011

Nascita di uno spartito: suono e morfogenesi


Lungo lo spartito





Scrivere una melodia, suonarla e lasciarla decantare lungo tracce scritte, echi di melodie lontane, trastulli a corda di girotondi senza fine.
é così che la musica inizia a prendere forma. Più la vibrazione è intensa, più geometrie simmetriche complesse vengono generate. Forme, che si ripetono nella loro struttura su scale diverse, echi spezzati, dove la materia si accumula nei punti a vibrazione nulla.





È la morfogenesi, e con essa, è l’universo a prendere forma.
Dall’esplosione primordiale la nascita dei buchi neri, la fonte o il tunnel frattale da cui ha avuto origine il cosmo.
In un gioco di ripetizioni dal macro al micro, dal micro al macro, è la realtà che muta in un alterco di forme, movimenti infiniti, bilanciamenti complessi di irradiazione e gravità.
Solo il suono, in quanto vibrazione, potrà essere la chiave d’accesso all’ordine implicito naturale, quel qualcosa che David Bohm definisce al di fuori del nostro campo percettivo immediato, ma comunque esistente e in diretta connessione con il campo reale a cui i nostri sensi e la nostra vita sono abituati.

È lungo lo spartito la chiave, e dell’ ordine esplicito o rappresentazione (virtuale) della realtà non sappiamo che fare.

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