Ore 10.00 Il Capo, Palermo.
Inizia il viaggio, inizia la pioggia, una pioggia battente che bagna le strade, i tendoni, eppure la gente non sembra fermarsi, lì al Capo, si accelera il passo, si aprono gli ombrelli, qualche turista si ripara in una chiesa.. lì, al Capo. Il gruppo di partenza non si è mai formato, causa maltempo, siamo solo in tre, con la speranza che presto finirà
Una signora dall’aria trasandata, la nostra Palermo, quanta storia tra i suoi vicoli, quanta gente per le sue strade, qualcuno abbannia ancora al Capo, la città è viva, il fuoco brucia
ancora, sepolto dalla cenere.
La pioggia ci impedisce di proseguire, le strade lì al capo si riempiono di specchi d’acqua, i pantaloni sono ormai zuppi, e allora si cambia strada, si modificano i percorsi; stradine si diramano per il centro storico, luoghi nei quali generalmente non sostiamo, sono quei vicoli stretti, bui, l’altra faccia di Palermo..
“dove andiamo?”
“prendiamo da lì!”
“lì? e dove si arriva ?”
“ah.. non lo so mica, il bello è proprio questo”
Già, il bello è proprio questo, imparare a perdersi.. forse Benjamin intendeva proprio questo, chissà. Generalmente orientarsi è la cosa a cui si tende, ricondurre tutto a schemi prefissati, a griglie precostituite, e se invece provassimo a perderla questa rotta?
Ha finito di piovere, ormai siam distanti dal Capo, ma ci ritorneremo, stavolta per attraversarlo TUTTO, in barba alla pioggia! Ancora una volta!
Gisella Meli
3 commenti:
chissà chi erano questi tre ahahaha bel post ma la prima foto è miaaaaaaaaa prrrr
Sei pronta per Viaggiare.. con la V maiuscola ;-)
Vince
almeno quello non costa, giusto? ^_^
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