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domenica 15 maggio 2011

O del canto d'Orfeo


"Nel buio, colto dalla paura, un bambino si rassicura canticchiando. Cammina, si ferma al ritmo della sua canzone. Sperduto, si mette al sicuro come può o si orienta alla meno peggio con la sua canzoncina. Essa è come l’abbozzo, nel caos, di un centro stabile e calmo, stabilizzante e calmante. Può accadere che il bambino si metta a saltare, mentre canta, che acceleri o rallenti la sua andatura; ma la canzone stessa è già un salto: salta dal caos a un principio d’ordine nel caos, e rischia di smembrarsi ad ogni istante. C’è sempre una sonorità nel filo d’Arianna. O il canto di Orfeo".


Deleuze , Guattari “Sul ritornello” in Millepiani. Capitalismo e schizofrenia,vol.III, Castelvecchi Editore, 1997,5.
Immagine: De Chirico, Orfeo trovatore stanco, 1970.

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